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Le ulcere cutanee: come trattarle?

Prevenzione, trattamento della causa, medicazioni avanzate ma anche e soprattutto corretta nutrizione del paziente con le ulcere piaghe da decubito per un apporto quantitativo e qualitativo di tutti i micronutrienti che assorbiti dall’organismo saranno utilizzati per riparare la ferita.

Chi non ha mai usato impacchi di acqua e sale per cercare di risolvere un problema di dermatite alzi la mano! Così come coloro che di nascosto hanno gettato un pugno di ceci nel pozzo per guarire dalle verruche oppure le hanno accuratamente ricoperte da sottili fettine di aglio fresco.

I rimedi della nonna non sono l’unico esempio di improvvisazione in quanto anche nel caso delle ulcere cutanee, spesso, lo sono i trattamenti medici.

L’ulcera cutanea è una ferita che consiste nella perdita di sostanza e può essere superficiale se confinata all’epidermide o molto profonda se arriva ad interessare i muscoli fino all’esposizione del tessuto osseo.

Le ulcere sono una problematica dell’adulto o dell’anziano e riconoscono molteplici cause. In particolare quelle da decubito si manifestano in circa il 20-25% dei soggetti anziani.

Queste si manifestano nelle aree sottoposte a pressione, pertanto sono comuni nei soggetti allettati o costretti a stare seduti sulle sedie a rotelle.

Talloni, regione trocanterica, sacro, dorso, gomiti, orecchie sono le aree maggiormente interessate dalla perdita di sostanza. Il loro trattamento è importante sia per migliorare la qualità di vita della persona già compromessa dalle condizioni di salute generale sia per guarire tale lesioni evitando tutta una serie di possibili complicanze a volte anche fatali quali la setticemia.

Per la corretta gestione dell’ulcere è centrale la figura del dermatologo all’interno di un network di professionisti che insieme collaborano nell’interesse della persona.

Prima di tutto nei soggetti a rischio è fondamentale la prevenzione, adottando specifiche manovre per la posturazione del soggetto allettato. Invece, nei casi in cui l’ulcera è già presente bisogna identificare, isolare e trattare la causa che potrebbe essere di natura: vascolare, metabolica (diabete), neuropatica…

Successivamente, è necessario definire un approccio personalizzato e dinamico.

Personalizzato significa specifico per ogni paziente, dinamico che richiede un monitoraggio del trattamento per modularlo tempestivamente in base all’andamento della guarigione.

Anche in questo caso la medicina popolare e quella ufficiale è ricca di rimedi: sterco, fango, urina, ragnatele, grasso animale, aceto, miele, zucchero…

Invece, l’approccio scientifico e metodologico delle ulcere inizia solo dopo il 1962 quando il medico inglese George Winter notò che la riparazione dei tessuti era due volte più veloce se si verificavano determinate condizioni ambientali della ferita: l’ambiente umido.

Ambiente umido non significa bagnare la ferita perché guarisca prima, lo scrivo per coloro che già immagino con taniche di acqua di mare o pronti ad aprire il rubinetto di casa per fare scorrere acqua fresca sulla ferita.

Ambiente umido è la descrizione tecnica di quel palcoscenico cellulare dove i meccanismi di riparazione tissutale devono essere innescati e opportunamente stimolati. Si tratta di un processo delicato che richiede il corretto inquadramento della ferita.

Per farlo è necessario dedicare del tempo ed è proprio l’acronimo in inglese della parola tempo, TIME, che detta al medico gli step da seguire e le attenzioni da prestare nella valutazione dell’ulcera.

Si valuta se presente una patina giallastra sul fondo della ferita, quale la detersione è indicata, se è presente un’infezione o una carica batterica che ostacola la guarigione, quanto essudato è presente e come si manifestano i margini e i bordi della ferita.

Solo a questo punto è possibile definire il programma di trattamento personalizzato che, oggi, si basa sull’impiego di medicazioni avanzate – dispositivi in grado di modulare opportunamente la ferita per ricreare le condizioni ideali dell’ambiente umido descritto da Winter.

Idrocolloidi, schiume, alginati, idrogel… sono solo alcuni degli attivi di tali medicazioni.

In conclusione, per la riparazione delle ulcere diverse cellule dell’organismo devono essere in grado di poter svolgere il proprio ruolo e per farlo il medico deve cercare di ricreare le condizioni fisiologiche ideali.

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Dott. Alessandro Martella
Dott. Alessandro Martella
Ciao, trovi le informazioni sulla mia attività di Dermatologo qui. Sono l'ideatore, fondatore e responsabile di Myskin, la piattaforma che stai consultando e autore di oltre 50 lavori scientifici in Dermatologia. Attualmente sono il Presidente dell'Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (AIDA). e il Direttore Responsabile della Rivista DA 2.0Sono anche Co-editors della Rivista Scientifica JPD.

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